Quando arriva a casa l'ambulanza, è il personale stesso di primo soccorso a chiedere che chi è in casa (la badante) supporti in ospedale il paziente almeno per espletare le pratiche di ricovero, ma poi?
Sarebbe meglio accordarsi per iscritto prima dell'assunzione. Se l'ospedale è vicino è ovvio che la badante debba seguire l'assistito. La badante ha il lavoro vincolato ad una abitazione ma anche e soprattutto alla persona alla quale deve badare.
La cosa si complica un po' se l'assistito è ricoverato in un ospedale o in una riabilitazione molto lontana dalla vita della badante e all'atto dell'assunzione nulla è stato scritto e previsto. Il contratto nazionale prevede questa possibilità a fronte di spese pagate per svolgere questo servizio, cioè vitto, alloggio, spese viaggio ecc. il contratto prevede inoltre un compenso del 10% in più rispetto alla paga ordinaria o almeno un recupero delle ore fatte in più.
Dovrebbe valere come sempre la mediazione fra le parti.
In ospedale, salvo casi gravi, non lasciano a nessuno la possibilità di fermarsi oltre gli orari di visita, quindi l'aiuto ai pasti principali. Una vola dato il suo supporto, la badante potrebbe anche ritenersi libera (quindi meno lavoro) o dover far ritorno a casa dell'assistito per tenerla in ordine (lo stesso lavoro di sempre).
Si pensa spesso come scrivere bene la lettera di licenziamento e si bada poco alla lettera di assunzione che genera poi i maggiori dissapori.